lunedì 5 settembre 2011

LA STAGIONE DEI FUNGHI

La stagione dei funghi,  spinge tantissimi appassionati ad andare a cercare questa prelibatezza . Il primo, magico approccio con una “Mazza di tamburo” o con una “Muscaria” non può non evocare il mondo incantato dei folletti e di Peter Pan. Poi, si imparano ad apprezzare le squisite sfumature di sapore che si nascondono dietro alle specie commestibili,Purtroppo, non sempre la conoscenza e la prudenza  vanno di pari passo con la passione micologica. Soprattutto quando questa passione è improvvisata. 
Il periodo  autunnale è il vero momento di grazia per le raccolte di funghi. Le  precipitazioni costituiscono uno dei fattori predisponenti  fondamentali per il loro sviluppo. Acqua e calore sono, infatti, gli elementi che ne inducono la formazione sul terreno.  Compito del fungo, detto corpo fruttifero o, in termine tecnico, sporoforo, è la diffusione delle spore, milioni di spore, che provvedono a formare nuove ife e micelio e a diffondere la specie.

Primo fondamentale errore da non compiere, quando si va a cercare funghi, è quello di inoltrarsi in zone sconosciute, ignorando i principi base di precauzione, che sono poi gli stessi che vanno tenuti in considerazione quando si effettua un’escursione in montagna o per i boschi.
Dunque, conoscere il territorio, avvisare del proprio percorso amici o parenti, tenere in considerazione le condizioni  meteorologiche, fare attenzione a non farsi sorprendere dal buio, non perdere di vista punti di riferimento per poter identificare la propria posizione.
Per cercare di rendere la raccolta compatibile esiste oggi una legge quadro a livello nazionale che localmente ha trovato riscontro, ormai in quasi tutte le Regioni, in specifiche normative regionali. Le regole stabilite cercano di evitare non solo che uno sfruttamento troppo intenso, oltre a danni al bosco, provochi una compromissione della risorsa stessa oltre a prevedere che tutti i cercatori siano provvisti di un tesserino che attesti un minimo di conoscenza micologica.
E’ solitamente vietato:
Ø  - usare nella raccolta rastrelli, uncini ed altri attrezzi simili per smuovere o grattare il
sottobosco, che possano danneggiare l’humus del terreno, compromettendo irrimediabilmente lo strato di micelio che produce i nostri funghi
Ø  - usare per il trasporto buste di plastica. I funghi raccolti vanno puliti sommariamente sul posto e conservati in appositi contenitori rigidi aerati (per esempio i famosi cestelli, in modo da evitare fenomeni di compressione e fermentazione e da consentire la disseminazione ulteriore delle spore. Va quindi assolutamente evitato l'utilizzo di sportine di plastica, carta e simili, che, tra l’altro ne alterano le caratteristiche e non li rendono riconoscibili ai controlli.
Ø  - tagliarli alla base, rendendoli irriconoscibili.
Ø  - raccogliere gli esemplari troppo giovani (non hanno ancora prodotto i loro "semi"); mentre si consiglia di evitare quelli troppo vecchi o ammuffiti.
Ø  - danneggiare intenzionalmente funghi di qualsiasi specie, che non vanno mai staccati per essere abbandonati sul terreno. Anche i funghi velenosi o quelli che non si conoscono svolgono indispensabili funzioni per il mantenimento dell'equilibrio biologico del bosco.
Ø  Infine, evitare sempre di consumare dei funghi che non siano stati identificati con certezza: nel dubbio meglio non rischiare mai.

Un ultimo consiglio, molti funghi mangerecci  hanno specie molto simili tossiche, sicché solo una attenta individuazione della specie può scongiurare casi di avvelenamento. Bando, quindi, a tutti quei   empirici metodi, appartenenti alle “leggende paesane” e divulgati da “presunti saggi”, che cercano di ricavare la commestibilità da caratteri omogenei ancorché fantasiosi. Secondo queste credenze sarebbero eduli i funghi bianchi, nonché quelli che crescono sotto i castagni, quelli che non determinano conseguenze negative se somministrati al gatto di casa e, ancora, quelli che a contatto con l’argento non lo colorano. Tutti criteri che prima o poi possono avere conseguenze veramente nefaste, e non solo per il gatto. Ogni esemplare deve essere determinato, e solo poi consumato. Fortunatamente, la conoscenza oggi è notevolmente aumentata, sia grazie ai molti gruppi micologici che spesso organizzano lezioni e mostre, sia grazie all’esistenza degli ispettorati micologici presso le aziende sanitarie che per legge,oltre a controllare tutti i funghi destinati alla commercializzazione, effettuano gratuitamente il controllo dei funghi ai cittadini raccoglitori.

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