lunedì 24 dicembre 2012

A LA STRANIA

Mi dasti la vita, eppuru m'ammazzasti,
mi dasti la minna, eppuru 'un mi vulisti,
mi dasti lu cori e poi mi lu spizzasti,
mi dasti l'amarizza e nun chiancisti.
Tuttu mi dasti e poi ti lu pigghiasti;
avia pitittu e tu stavi a li visti,
sintia duluri e tu mi vastuniasti,
Sicilia mia, chi mali mi facisti!

E ora sugnu ccà a la strania,
mi sentu sulu 'mmezzu a tanta genti,
'unn'haiu chiù scopu nta la vita mia,
travagghiu sempri e nun varagnu nenti.
'Unn'haiu chiù nenti, unn'haiu la matri mia,
luntanu sunnu amici e li parenti,
mi manca lu suli di la terra mia,
m'arresta lu travagghiu e li me' stenti.

Ju cc'ivi l'atru jornu all'ariuportu
e vitti un sicilianu chi partia,
mi dissi: --- paisà ... soccu ti portu;
anticchia i suli, o tu veni cu mia!?  -----
----Avi vint'anni c'a nun haiu cunortu,
porta 'na petra,  o soccu piaci a tia,
e dicci chi puru mezzu mortu,
vogghiu turnari 'nna la terra mia.
Altese Leonardo



lunedì 17 dicembre 2012

SI AVVICINA IL NATALE




Quando si pensa al Natale nelle nostre zone, si ha la possibilità di scegliere se trascorrere le festività in un’ambientazione classica sulle vette innevate dei Nebrodi o dell’Etna, oppure optare per l’affascinante mare invernale e la rilassante quiete di una spiaggia che si riposa dal torrido sole estivo: un’ambientazione estremamente suggestiva, Il Natale in Sicilia è ricco di tradizioni, di eventi religiosi e di piatti tipici. Le festività hanno inizio con la celebrazione dell’Immacolata, l’otto dicembre. Ogni piccolo paese così come ogni grande città si veste di luci e addobbi e si adopera per mettere in scena la nascita di Cristo. L’arte del Presepe è molto sentita nell’isola e ciò si percepisce dalle molteplici varianti che è possibile incontrare su tutto il territorio. Il presepe è teatro antico, spazio di affettuosa composizione e di domestica rappresentazione del mondo, orizzonte di segni e di figure partecipato in qualche modo da tutti, anche da noi credenti,  perché allegoria del paese, microcosmo di una realtà sognata più che vissuta, dove i conflitti si stemperano e vince l'armonia. Il presepe vivente è sicuramente quello più fiabesco, ma anche quello tradizionale è molto pittoresco, soprattutto se all’improvviso le statue prendono magicamente vita tra lo scorrere dei ruscelli, grazie a dispositivi meccanici appositamente ingegnato. Già i tempi diventano maturi e i Mercatini di Natale occupano molte vie di città e paesi: la merce esposta è varia, da gingilli simbolo della festività a libri, passando per accessori d’arredo, giocattoli e vestiti. Sicuramente è una bella ed economica soluzione per chi è alla ricerca dei regali. Ma la figura centrale di questo importante evento è proprio la famiglia, naturalmente riunita come di consueto per i festeggiamenti: guai per chi manca all’appello. Sulle tavole ben apparecchiate per l’occasione, tra le tante leccornie troviamo di certo il Panettone,  dolce nazionale, ma anche il tradizionale dolce natalizio siciliano: sua maestà il Buccellato, nelle più varie forme, accompagnato dal Torrone, dai tanti gusti e colori. Tra lo scintillio delle luci degli addobbi che si riflette sui regali ancora da scartare e il calore familiare che aleggia tra le vie, dentro le case, tra la gente, incominciamo a vivere anche quest’anno il nostro splendido Natale. Auguri di Buon Natale e felice anno Nuovo, che la stella è la luce di Dio che avvolge, nutre e conforta gli uomini possa illuminare il cammino di ognuno di noi.

lunedì 10 dicembre 2012

C'ERA LA LUNA



Ntra lu silenziu di la notti funna

sulu pri la campagna caminava;

c'era la luna ccu la facci tunna; 

chi li munti e li chiani inargintava.


Non si muvia di l'arvuli na frunna,

ogni filiddu d'erva ripusava,

di lu mari durmia placida l'unna

e l'aura di la notti triunfava.


Ntra lu funnu vadduni, alluntanatu,

sintia lu cantu di lu rusignolu

ca duci si spargìa di pratu in pratu.


Lu passanti cantava pri la via

ccu la cadenza a l'usu campagnolu,

e la luna la scena si vidìa.

Giuseppe Nicolosi Scandurra

lunedì 3 dicembre 2012

I FIGLI

I figli sono figlie e sono
fiori. Sono frutti e sono Semi, sparsi
al vento del tramonto. Sono tralci o forse
rami ma di quelli sotterranei, che ti tengono attaccato
alla vita della Terra che ti danno la certezza di esistere
per sempre.
Sono l'Anima allungata di altre
anime già state, sono dita di una
Mano stesa a dare un po' di te. Sono gli occhi ed il sorriso del
papà o della nonna, sono pezzi ricomposti di
parenti, antichi e nuovi. Sono
barche che si spingono nel mare, al largo,
in fondo; che ti lasciano
a guardarli mentre sbagliano e si
affannano, mentre corrono e ci credono .... 
alla vita, all'indomani, mentre sognano e
progettano o si fermano e riflettono.
Sono quelli che, da piccoli, danno piccoli problemi e
da grandi quei problemi sono
grandi come loro. Sono figli dell'amore,
del dovere,del dolore, ma comunque sono
figli a te e tua madre, a tuo padre ed a suo
padre. Sono figli di "famiglie", sono figli di una "voglia".
Sono figli della Pioggia che ingravida la Terra, ed ancora ....
delle onde che lambiscono la
sabbia. Sono figli e siamo figli, tutti figli
a questo Cosmo. Siamo Figli alla ricerca
di un'origine e di un Padre. Siamo tutti nati figli.
Siamo figli ..... tutti quanti.
Gisella Rocca 
dal libro
PETALO  DI  MARGHERITA


lunedì 26 novembre 2012

ANDARE NEI BOSCHI PER FUNGHI


La raccolta dei funghi è una delle attività all’aria aperta per eccellenza in questo periodo. Appassionati e associazioni si ritrovano nei fine settimana da un capo all’altro della regione per scovare i boschi più ricchi di quelli che i micologi esperti definiscono degli “strumenti ecologici insostituibili”.
Nella nostra zona la località più consigliata è il comprensorio del Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago che con i suoi circa 9000 ettari rappresenta la più estesa riserva della Sicilia, una fitta rete di strade e sentieri permettono, la fruibilità di questa grande area.
L'itinerario che vi voglio illustrare ha come punto di partenza il quadrivio di Cozzo Quattro Finite, nelle immediate vicinanze della cappella votiva di Santa Barbara che offre la possibilità di osservare una grande varietà di spece fungine.
Lasciata la macchina nell'area di parcheggio, si penetra nel bosco in direzione ovest, il sentiero scende quasi subito a sinistra raggiungendo l'ex linea ferrata, dopo avere superato una grande muraglia in pietra, si giunge ad un grande ponte a quattro archi, continuando il percorso, si giunge dapprima a una grande vasca in muratura che serviva per approvvigionare d'acqua la stazione ferroviaria di Ficuzza e infine a quest'ultima.
Nelle quercete lungo il sentiero, dopo le prime piogge settembrine, fanno la loro comparsa il pregiato porcino nero (Boletus aereus) e la mazza da tamburo (Macrolepiota procera). Con i primi freddi invernali si possono incontrare numerose specie commestibili come le violette (Lepista nuda), il fungo di ruota (Clitocybe geotropa), il gallinaccio (Cantharellus cibarius) e il fungo di ferla (Pleurotus eryngii var. ferulae), molto apprezzato e ricercato in tutta la zona.
L’indagine condotta dal professor Giuseppe Venturella, docente di Botanica forestale e Micologia nella facoltà di Agraria di Palermo, in collaborazione con Alessandro Saitta, del Dipartimento di Scienze botaniche dell’università di Palermo e Mario Tamburello, presidente del Gruppo micologico siciliano (fondato nel 1983), informa che fino ad oggi sono oltre 1000 i funghi raccolti e catalogati in provincia di Palermo. La nostra associazione – continua Tamburello – organizza incontri e insegna a riconoscere i funghi nel bosco. Solo attraverso la conoscenza si mette al riparo la natura da facili vandalismi”. Alcuni funghi vivono in simbiosi con l’albero, altri si nutrono delle “scorie” del bosco, altri ancora hanno il compito di “sostituire” biologicamente gli alberi quando diventano vecchi.
Ci sono regole da rispettare quando si raccolgono i funghi, vanno raccolti integri, senza tagliarli alla base, ma facendoli ruotare leggermente, avendo cura di non arrecare danno al micelio, la parte del fungo che rimane nel terreno. Una volta raccolti, bisogna eliminare alla base del gambo il terriccio, foglie o altro, facendo attenzione a non alterare i singoli caratteri morfologici del fungo.
Mai utilizzare sacchetti di plastica o borse onde evitare alterazioni, ma disporre i funghi in contenitori rigidi aerati. I funghi non raccolti, anche non commestibili, non devono essere distrutti o calpestati, perché svolgono un ruolo fondamentale nell’equilibrio del bosco.
Nel bosco non bisogna mai avere fretta, occorre tempo e pazienza per imparare e potere così riconoscere, raccogliere e consumare i funghi secondo le regole.
Per tutti il contatto diretto con la natura e le passeggiate salutari nei boschi e nelle campagne sono le motivazioni che spingono ad andar per funghi. Una passione coltivata da moltissime persone.
Di solito si inizia facendo un’escursione con gli amici e poi ci si entusiasma tanto da non poterne più farne a meno.


lunedì 19 novembre 2012

AMANITA MUSCARIA

Nome scientifico: Amanita muscaria

Nome volgare: Ovolo malefico, Ovaccio

Famiglia  Amanitaceae

Commestibilità   VELENOSO

Caratteristiche morfologiche:

Ha il cappello rosso aranciato, rosso vivo, sempre ricoperto da diffuse verruche bianche piramidali, caratteristiche. Ha forma convessa nel fungo adulto, mentre nel fungo giovane può presentarsi chiuso sul gambo tutto ricoperto dal velo dissociato che formerà poi la volva a perline sul fondo del gambo stesso.
Lamelle bianche, arrotondate al gambo.
Gambo cilindrico, ingrossato alla base, ricoperto da regolari frammenti disposti a cerchio sul terminale del gambo che di solito è rastremato a punta.
Verso l'alto il gambo porta un anello vistoso, festonato.

Caratteristiche organolettiche e di habitat:

Non emana odori particolari, il sapore della carne da cruda è gradevole. 
Cresce nei boschi di conifera e latifoglia in estate-autunno

In cucina:

Da escludere dalla mensa.
Si tratta di un fungo velenoso, anche se la sua tossicità non si manifesta in modo regolare.
Ha proprietà tossiche neutropiche.


Effetti:


Il suo nome può erroneamente ricondurre ad una tossina, la muscarina, che in realtà è contenuta nel fungo solo in minima quantità. I principi biologicamente attivi contenuti in quantità totale circa del 20% nella Amanita muscaria sono derivati dell'isoxazolo: l'acido ipotetico, il muscimolo ed il muscazone.
Queste molecole sono psicoattive, essendo in grado di indurre uno stato di intossicazione simile a quello prodotto dell'alcool etilico con fenomeni di eccitazione,  sedazione,  allucinazione, ecc.....

lunedì 12 novembre 2012

LA VINNIGNA

Lu viddaneddu
scinni di li so spadduzzi
lu cartidduni chinu
di racina.

E mentri stancu
cu l'ossa rutti
iddu canta e riri
pi li so chini utti.

E' certu chi quannu la vigna
si spogghia e si vesti
e la natura fa li jorna giusti
allura sì chi si fannu festi.

Però vi parlu
di lu vinu ancora acerbu
quannu 'ntà la utti
fa lu sò riugghiu.

Circati di iri a la spinoccia
araciùliddu
picchì livannu lu tappu
divintati un picciriddu.


Su cosi chi succerinu; sapiti?
A Narduzzu ci successi na jurnata
'nta la utti assai s'avvicinau
e 'nbriacu si curcau dda sirata.

Di li 'nbriachizzi
fici cosi tinti,
ruppi piatti, bicchieri
e 'nzalateri tunni.

Di Maruzzedda
pritisi na vasata
e 'nbriacu ci ristau pi na
simanata.
Cipponeri Rosa




lunedì 5 novembre 2012

L'OMU NGANNUSU, LU CANUZZU MUTU


Lu canuzzu mutu  all'ammucciuni

ti veni pi darrè, misu calatu

t'assarta cu ddu forti scarsicuni

a trarimentu ti viri strazzatu.

Tu certamenti, quannu tinn'adduni?,

a lu mumentu chi ssì muzzicatu !

Lu stessu lu ngannusu si fa beddu

e poi a li spaddi chianta lu cuteddu.

Andrea Maiorana



lunedì 29 ottobre 2012

COME RICONOSCERE I FUNGHI

Il solo mezzo per distinguere con certezza i funghi mangerecci da quelli velenosi e mortiferi è
quello di saper riconoscere con sicurezza le singole specie, assegnando loro senza esitazione nome e cognome,  come si fa con le conoscenze sicure. Le famiglie fungine hanno ognuna  una propria fisionomia, ben riconoscibile per una somma di caratteristiche costanti di aspetto, di forma, di colore che oscillano solo entro i limiti delle variazioni individuale. Occorre quindi che il raccoglitore si familiarizzi con le singole specie, cominciando dalle più importanti, sforzandosi di mettere in evidenza e di ritenere i loro caratteri specifici. Cioè con l'ausilio di persone già esperte,  con la consultazione di buone illustrazioni, di manuali sicuri, e soprattutto con la diretta e scrupolosa osservazione degli esemplari freschi in tutti gli stadi  del loro sviluppo.  Ma soprattutto si raccomanda  di imparare a riconoscere le specie mortifere; quando queste saranno ben fissate in mente, così da poterle riconoscere a prima vista anche da lontano, si sarà conseguito abbastanza.
 Non affidarsi mai anziché di precise conoscenze micologiche - a criteri empirici con i quali si ritiene di poter distinguere i funghi buoni da quelli cattivi. E' erroneo credere che l'ingiallimento delle foglie di prezzemolo; l'annerimento della moneta o del cucchiaio d'argento, della cipolla o dell'aglio posti a contatto con i funghi siano indizi di velenosità. Come è erroneo credere che i funghi rosi dalle lumache,  da insetti o da altri animali  siano mangerecci, perché taluni animali si possono cibare senza danno di funghi che sono mortifere per l'uomo, con i funghi la prudenza non è mai troppa.



lunedì 22 ottobre 2012

LU VENTU SCIROCCU

Quannu sciroccu sciuscia di matina,
Scanzatini, Signuri, chì quarura !
Si passa la jurnata china, china
a suppurtari cauru e surura.

T'agghiutti purvirazzu e la pagghiuzza
chi vola tuttu 'ntunnu, si camini
e si 'un ti ripari ca' pitruzza
tutti li dui occhi ti ruvini.

Come è bruttu lu ventu sciroccu !
Tu ti nni voi starì 'nchiusu 'ncasa.
Si voi ascutari a mia, 'un sugna loccu:
Affrunta 'stu vintazzu chi t'ammasa !

Chissa è la fimmina, si s'arrabbia,
sciroccu e purvirazzu tuttu 'ntunnu
e cu 'un si l'agghiutti o si scanzia
arresta allampanatu notti e jornu.
Vito Ruggirello

lunedì 15 ottobre 2012

DOVE E QUANDO CRESCONO I FUNGHI

A seconda della propria abituale stagione di crescita, si può dire che i funghi si trovano dappertutto: lungo le sponde dei fiumi e litorali di mari, nei boschi di pianura, di collina e di montagna, anche a quote piuttosto alte, nei prati, nei pascoli, negli orti, nei giardini, nei parchi di città e talvolta possono crescere anche nelle case, specialmente in campagna, ad esempio in cantina, nella stalla, sotto il porticato, sulle travi di legno o sui depositi di segatura. Nonostante la loro estrema adattabilità, l'habitat ideale rimane però sempre il bosco, in tutte le sue infinite varietà ed in tutte le sue più articolate e complesse espressioni. Esistono zone più adatte di altre alla crescita dei funghi e che meglio si prestano alla ricerca e alla raccolta; sono soprattutto le radure, gli spazi aperti, illuminati, arieggiati, in particolare la fascia cosiddetta di confine fra prato e bosco. La crescita dei funghi è in gran larga parte legata ai cicli stagionali e, nell'ambito delle singole stagioni, dalle condizioni climatiche. Come regola generale si può dire che per poter "andare a funghi" senza correre il rischio di tornare a mani vuote, occorre che si verifichino determinate condizioni di temperatura, generalmente comprese tra i 15 e i 25 gradi, e che queste si accompagnino ad un certo grado di umidità nel terreno; è noto infatti che, per il suo sviluppo, la maggior parte dei funghi, esige un clima caldo umido.
 Non è un caso che nelle nostre zone la produzione fungina raggiunga i suoi livelli più elevati dopo una quindicina di giorni dalle prime piogge nel periodo compreso tra i primi di settembre e la metà di dicembre; è infatti in questo periodo che si registrano, di norma, le condizioni climatiche ambientali di cui abbiamo detto. Particolarmente propizie alla produzione sono le giornate afose che fanno seguito agli acquazzoni tardo-estivi. Le giornate burrascose, così come il vento e la prolungata siccità determinano condizioni particolarmente sfavorevoli alla produzione fungina; se questi fattori si sommano o si alternano essa addirittura scompare.
Non necessariamente però la "pianta del fungo", vale a dire il micelio, muore; essa più semplicemente arresta momentaneamente la sua attività, per poi riprendere anche dopo anni quando le condizioni climatiche ritornano favorevoli.

lunedì 8 ottobre 2012

NA JURNATA

Allatu la nacuzza, Pippinedda
stira cammisi, vesti e falareddi
lu ferru all'impruvvisu ci sfaidda,
fa stiddi d'oru comu fuiareddi.
Ridi lu nicu sulu 'nta la naca,
cu la vuccuzza di latti vagnata.

Lu lettu pari un talamu cunsatu
cu la cutra tissuta 'ncicirata,
li chiumazza pusati lisci lisci,
la sbota bianca tutta arriccamata,
mmezzu li cifri, tra pampini e ciuri.

Spicchia lu cucchiararu, la piattera,
li luma, la campana e lu Bamminu,
tazzi, bucala, cicari, bicchiera,
sutta lu velu di lu tavulinu
vistutu d'una lustra 'nciratina
mannata di l'America luntana.

Vannu li peri lesti pi la casa.
La giarra è china, la pignata vugghi.
La pasta penni longa di la canna .....
eccu chi torna Turi di li Sugghi.

Lu cani abbaia allegru a lu violu.
Curri la spusa 'ncontru a lu maritu.
Lu fucularu fa nà gran vampata.
C'è ciavuru di sarsa e finucchieddu
'ntipatu 'nta li mura di la casa 
e amuri granni pi lu nicareddu.

L'Ancilu vigghia supra la nacuzza,
la fidi a lu capizzu l'anninnia.
Lu patri ioca cu lu picciriddu,
ridinu l'occhi ad ogni vasuneddu.
Maria Favuzza




lunedì 1 ottobre 2012

O PRIMA O DOPPU S'AVA A PAGARI

'Na vurpi ch'era matri addivintata
p'a li so figghi purtari a mangiari,
tìnìa 'ntimpesta tutta la cuntrata
e 'un facia addini cchìù arrignari.
Spìss'era di li cani assicutata
essennu furba 'un sì facia acchiappari,
ma si scantava d'occhi scupittata
quannu la notti ia a arrubbari.
Ci rissiru li figghi 'na jurnata,
___ Mamma stà notti soccu nì pripari?
Idda ci arrispunniu murtificata
___Figghi aìu tanti debiti a  paari
e quannu nesciu e sugnu pi la strata,
'un sacciu chiddu chi pozzu 'ncuntrari.
La vita 'unnì l'aìu assicurata
e si 'un tornu 'un m'aviti aspittari
picchì eu li così li pigghiu a crirenza
e 'un sacciu lu putiaru soccu penza.
O tardu o prestu arrìvìrà lu jornu
chi quannu chi li pagu ccà nun tornu.
Fontana Antonino



lunedì 24 settembre 2012

COME CONSERVARE AL MEGLIO LA FRUTTA TAGLIATA A PEZZI.

Come conservare al meglio la frutta tagliata? Questa può sembrare una domanda banale, ma in realtà non lo è! Una volta tagliata, infatti, la frutta perde il suo aspetto genuino ed invitante e tende ad annerire e ad assumere una colorazione marrone (dovuta dall’esposizione dell’alimento con l’aria) di certo poco invitante. Per evitare questa situazione e conservare al meglio la frutta tagliata, consiglio di eseguire questa semplice procedura. Come prima cosa, ci occorrono: una ciotola o un altro contenitore  simile di medie dimensioni, del succo di limone, dell’acqua e infine un sacchetto di plastica per la conservazione degli alimenti. Per conservare la frutta tagliata iniziamo con l’aggiungere, nel contenitore da cucina di medie dimensioni, un cucchiaio di succo di limone e una tazza d’acqua. Disponiamo la frutta già tagliata nella ciotola e lasciamola a bagno per circa quattro-cinque minuti. E' importante assicurarsi che la superficie dell’alimento sia completamente ricoperta dal composto di acqua e limone (precedentemente preparato). A questo punto, per conservare al meglio la frutta già tagliata scoliamola leggermente in modo da eliminare il composto di acqua e limone in eccesso. Continuiamo inserendo l’alimento  nel sacchetto di plastica per alimenti. In questa fase della procedura, prima di chiudere ermeticamente il sacchetto, è fondamentale far fuoriuscire l’aria in eccesso. Infine,, posizioniamo i sacchetti sigillati in frigorifero a una temperatura compresa tra i 0 e i 10 gradi centigradi.E’ importante ricordare che la frutta tagliata così conservata deve essere consumata entro 75 - 80 ore  ovvero  circa tre giorni. Provare per credere.



martedì 18 settembre 2012

NUN C'E CCHIU' VALURI

Lu Mari Russu lu passau a l'apperi
Mosè di l'Egiziani assicutatu,
li peddi li purtaru li Sumeri
a tempi soi pi abitu prigiatu.
Attila   fu lu re  di li guerrieri,
pi lu curaggiu sò sprigiudicatu,
putenti curri lu cani livreri,
sta pi li corna lu toru attaccatu.
Certu  l'umanità persi l'onuri
e nun c'è cchiù pirsuni di valuri!
Fontana Antonino

lunedì 10 settembre 2012

IL MATTINO

Bello è il sorriso del mattin che sorge
a ridestare tutta la natura.
quando una veste all'aurora porge,
tinta qual mille rose in fioritura.

Questa solerte e così vestita,
muta, silente, in fretta e lesta
una corona mai sì fiorita,
al ciel mirandosi, impone in testa.

Lungo sui campi lieve, lieve aleggia
grave silenzio, apportator di pace.
Di ramo in ramo un augel gorgheggia,
poi spicca il volo verso un altro e tace.

Il gallo, ch'apre gli occhi ai primi albori,
annuncia a squarciagola il mattutino.
Destasi e in fretta torna ai suoi lavori
l'onesto, il laborioso contadino.

Un bue lento al pascolo s'avvia
mesto, pensoso e con gli sguardi miti,
alterna lungo la deserta via
coi canti del pastore i suoi muggiti.

Ecco, vestito nel suo fulgore,
il divin Febo in cielo appare.
Torna la vita, la quiete muore,
più gaie tornan le ore a danzare.
VITO RUGGIRELLO



lunedì 3 settembre 2012

CAPONATA DI MELENZANE E PEPERONI ALLA TRAPANESE

INCREDIENTI:
  • 1 Kg. Di melanzane lunghe
  • 700 gr. di peperoni
  • 500 gr. di cipolle
  • 1 Kg. di pomodori maturi
  • n°1 cuore di sedano
  • 150 gr. d’olive verdi
  • 50 gr. di capperi
  • 1⁄2bicchiere d’aceto balsamico
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • olio di oliva, sale e pepe. 

    PREPARAZIONE:
    Tagliare a dadi le melanzane, dorarle in olio, scolare in un colapasta, nell’olio rimasto far cuocere i peperoni, tagliati a listerelle e scolarli.
    Imbiondire le cipolle a fettine in olio. Quando diventano trasparenti, unire i pomodori ed il
    sedano a pezzetti. Lasciare cuocere finché si sarà asciugata l’acqua. Unire melanzane,
    peperoni, capperi, olive intere snocciolate, aceto balsamico, sale, pepe e zucchero. Mescolare e coprire lasciando cuocere per un 1⁄4 d’ora.
    Servire tiepida.


lunedì 27 agosto 2012

DIU E NATURA

Quanti cosi ha fattu la natura
chi dintra l'universu sunnu nchiusi,
nterra vurcani chi fannu paura
puru cosi beddi e maistusi.

Vinni la vita cu nna lotta dura,
foru li primi chiddi chiù cunfusi;
quannu tutti li così foru sorti
Diu e natura cunnannasti a morti.
Andrea Maiorana

lunedì 13 agosto 2012

MEDITAZIONE

Solitario battito d'ali
riecheggia muto
tra i monti nevosi.
Io seguo la strada maestra
silenziosa
in compagnia di me stessa.
Veloci eppure eterni
si susseguono
i pensieri .......
mentre cerco
scolpita nella neve,
una nuova immagine di me.
Gisella Rocca

lunedì 6 agosto 2012

FARE IL BAGNO AL MARE SENZA RISCHI

  • Prendere il sole (moderatamente) nelle località di mare e fare il bagno sono alcuni dei piaceri tra i più salutari. Il moto ondoso, il sale e i minerali presenti nell'acqua, ma anche il movimento senza sforzo, sono tonificanti per muscoli, circolazione e metabolismo. Ma anche il mare può essere fonte di pericolo, se non facciamo la giusta attenzione. Per questo, ecco i consigli per un mare sicuro della Guardia Costiera, per farsi un bel bagno senza correrre rischi:
  • evitare di fare il bagno se non si è in perfette condizioni psicofisiche;
  • non forzare il fisico arrivando allo stremo, anche se si è un buon nuotatore;
  • dopo una lunga esposizione al sole, è meglio entrare in acqua gradualmente,
  • bagnando prima la nuca, l'addome e il petto; dopo un colpo di sole, in ogni caso, il bagno va evitato;
  • lasciare trascorrere almeno tre ore dall'ultimo pasto prima di fare il bagno, per essere sicuri che il processo della digestione sia completato;
  • non entrare in acqua quando è esposta la bandiera rossa, che indica sempre una condizione di pericolo per i bagnanti, né fare il bagno se il mare è mosso, se spirano forti venti, se vi sono forti correnti, se l'acqua è molto fredda o se ha una temperatura molto inferiore a quella dell'ambiente;
  • chi non sa nuotare deve fare il bagno esclusivamente in acque molto basse e sotto il controllo visivo di qualcuno che sappia nuotare; il terreno, infatti, può essere irregolare ed avere pericolosi avvallamenti dove non si tocca;
  • non allontanarsi oltre le boe che delimitano la distanza di sicurezza dalle coste, specialmente se da soli; oltre la distanza di sicurezza, i bagnini non possono più aiutare, in caso di difficoltà;
  • non tuffarsi dagli scogli, se non si è provetti tuffatori; in ogni caso, accertarsi della profondità dei fondali prima di tuffarsi; molte persone hanno subito gravi danni alla spina dorsale, tuffandosi in acque non abbastanza profonde
                                  Aspettare la digestione

Il tempo di tre ore indicato dalla Guardia Costiera fa riferimento, precauzionalmente, ad una situazione media. Quello che va evitato è di immergersi in acqua più fredda, rispetto alla temperatura ambiente, quando la digestione è ancora in corso.
Pertanto, se la temperatura dell'acqua è simile a quella dell'aria, non ci sono grossi problemi. Quando l'acqua è fredda, invece, o il corpo è bollente, dopo una prolungata esposizione al sole, bisogna stare molto attenti e aspettare la fine della digestione.
Ma quanto dura la digestione? Dipende da cosa si è mangiato. Un pasto abbondante può richiedere anche quattro ore. È per questo che, quando si sta al mare, è meglio accontentarsi di piccoli pasti leggeri.

                          Le bandiere di segnalazione
I bagnini utilizzano l'utile sistema delle bandiere di segnalazione, per far sapere ai bagnanti quali sono le condizioni del mare. Il singolo bagnante, infatti, non può rendersi conto delle reali condizioni solo ricorrendo ai propri sensi. I bagnini, invece, possono contare sulle previsioni meteo, sui bollettini ai naviganti duffusi per radio e sulla propria esperienza. Ecco il significato delle bandiere che vengono esposte, ben visibili, in spiaggia.
  • Bandiera bianca - Segnala che il servizio di salvataggio è operativo e che le condizioni meteo sono ideali e sicure per la balneazione ed il noleggio dei natanti
  • Bandiera Rossa - Segnala balneazione pericolosa per cattivo tempo o per assenza del servizio di salvataggio
  • Bandiera Gialla - Segnala l'obbligo di chiusura degli ombrelloni in presenza di forti raffiche di vento

lunedì 30 luglio 2012

LU VUCCERI

Un vucceri ricia tuttu priatu:
Haiu carni frisca e duci di manciari.
Ci rissi a lu clienti affizziunatu;
La mè sasizza ti la poi  accattari,
l'haiu cu cannedda e spezzi priparatu,
lu sangu a tutti lu fa arrispigghiari,
lu corpu l'avi a teniri 'ntunatu
l'omu sìddu a cavaddu voli stari,
Cu' nun mancia carni nun pò stari 'nsedda
quannu carvaca qualchi putricedda.
Fontana Antonino

lunedì 23 luglio 2012

VIAGGIO IN ITALIA

L’Italia senza la Sicilia
non lascia nello spirito immagine alcuna.
E’ in Sicilia che si trova la chiave di tutto”  [ ……..]
“ La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa,
la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità
armonica del cielo col mare e del mare con la terra …. chi
li ha visti una sola volta, li possiede ….rà per tutta la vita”.
( Gabriel Hanotaux, documento diplomatico dell’Accademia
 di Francia, 1853 – 1944 )

lunedì 16 luglio 2012

L'OMU MALVAGGIU PENSA P'ARRUBARI

L'omu malvaggiu pensa p'arrubari:
si arma di pistola e di scupetti
'ncapu di chiddu chi va a travagghiari
si sfoga l'ira di li so difetti.
Lu carciaru fu fattu p'abbitari,
genti assassini, macabri e suspetti,
si la morti nun pensa di firmari
cu 'nta la mala via li peri metti.
Fontana Antonino

lunedì 9 luglio 2012

CIURI DI CAMPAGNA

Ah! siddu  chi parrassiru  'sti  ciuri,
tra iddi stessi savissiru a diri:
                                       --Criscemu senza affetti e senza amuri,
                                       -- dunni chi nuddu ni pensa e  ni viri.
                                       --Campamu a stentu a 'stu munnu d'erruri,
                                       --arsi di siti ni  tocca muriri
                                       --e lu nostru distinu tradituri
                                       --d'arrassu ni talia e si ni ridi!

Ci sunnu gigghi dintra li jardini
chi su' tutti li jorna abbivirati
li rosi chi su' nati di li spini
cu massimu rispettu su trattati,
ma tardu o prestu poi fannu la fini
di chiddi chi di nuddu su taliati.
Nino Fontana