La raccolta dei funghi
è una delle attività all’aria aperta per eccellenza in questo
periodo. Appassionati e associazioni si ritrovano nei fine settimana
da un capo all’altro della regione per scovare i boschi più
ricchi di quelli che i micologi esperti definiscono degli “strumenti
ecologici insostituibili”.
Nella nostra zona la
località più consigliata è il comprensorio del Bosco della
Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago che
con i suoi circa 9000 ettari rappresenta la più estesa riserva
della Sicilia, una fitta rete di strade e sentieri permettono, la
fruibilità di questa grande area.
L'itinerario che vi
voglio illustrare ha come punto di partenza il quadrivio di Cozzo
Quattro Finite, nelle immediate vicinanze della cappella votiva di
Santa Barbara che offre la possibilità di osservare una grande
varietà di spece fungine.
Lasciata la macchina
nell'area di parcheggio, si penetra nel bosco in direzione ovest, il
sentiero scende quasi subito a sinistra raggiungendo l'ex linea
ferrata, dopo avere superato una grande muraglia in pietra, si giunge
ad un grande ponte a quattro archi, continuando il percorso, si
giunge dapprima a una grande vasca in muratura che serviva per
approvvigionare d'acqua la stazione ferroviaria di Ficuzza e infine a
quest'ultima.
Nelle quercete lungo
il sentiero, dopo le prime piogge settembrine, fanno la loro comparsa
il pregiato porcino nero (Boletus aereus) e la mazza da tamburo
(Macrolepiota procera). Con i primi freddi invernali si possono
incontrare numerose specie commestibili come le violette (Lepista
nuda), il fungo di ruota (Clitocybe geotropa), il gallinaccio
(Cantharellus cibarius) e il fungo di ferla (Pleurotus eryngii var.
ferulae), molto apprezzato e ricercato in tutta la zona.
L’indagine condotta
dal professor Giuseppe Venturella, docente di Botanica forestale e
Micologia nella facoltà di Agraria di Palermo, in collaborazione
con Alessandro Saitta, del Dipartimento di Scienze botaniche
dell’università di Palermo e Mario Tamburello, presidente del
Gruppo micologico siciliano (fondato nel 1983), informa che fino ad
oggi sono oltre 1000 i funghi raccolti e catalogati in provincia di
Palermo. La nostra associazione – continua Tamburello –
organizza incontri e insegna a riconoscere i funghi nel bosco. Solo
attraverso la conoscenza si mette al riparo la natura da facili
vandalismi”. Alcuni funghi vivono in simbiosi con l’albero, altri
si nutrono delle “scorie” del bosco, altri ancora hanno il
compito di “sostituire” biologicamente gli alberi quando
diventano vecchi.Ci sono regole da rispettare quando si raccolgono i funghi, vanno raccolti integri, senza tagliarli alla base, ma facendoli ruotare leggermente, avendo cura di non arrecare danno al micelio, la parte del fungo che rimane nel terreno. Una volta raccolti, bisogna eliminare alla base del gambo il terriccio, foglie o altro, facendo attenzione a non alterare i singoli caratteri morfologici del fungo.
Mai utilizzare
sacchetti di plastica o borse onde evitare alterazioni, ma disporre i
funghi in contenitori rigidi aerati. I funghi non raccolti, anche non
commestibili, non devono essere distrutti o calpestati, perché
svolgono un ruolo fondamentale nell’equilibrio del bosco.
Nel bosco non bisogna
mai avere fretta, occorre tempo e pazienza per imparare e potere
così riconoscere, raccogliere e consumare i funghi secondo le
regole.
Per
tutti il contatto diretto con la natura e le passeggiate salutari nei
boschi e nelle campagne sono le motivazioni che spingono ad andar per
funghi. Una passione coltivata da moltissime persone.
Di
solito si inizia facendo un’escursione con gli amici e poi ci si
entusiasma tanto da non poterne più farne a meno.
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