La scienza che studia i funghi è la Micologia, dal greco "mikes", fungo, e "logos", studio scientifico. I funghi sono vegetali, ma al contrario di tutte le piante verdi, non sono in grado di ricavare dal terreno o da altri eventuali substrati inorganici il nutrimento che è loro necessario per sopravvivere. Tutto questo nei funghi non avviene. Le piante verdi che hanno la capacità di effettuare la fotosintesi sono chiamate autotrofe in quanto esse sono indipendenti dagli esseri viventi per la loro nutrizione.
Le altre piante si denominano eterotrofe, cioè incapaci di nutrirsi da sole, limitandosi a trovarne prefabbricate, ad assimilarle. I funghi si classificano comunemente in micromiceti e macromiceti; sono questi ultimi, i cosiddetti funghi superiori che interessano il micologo dilettante, il cercatore buongustaio. I funghi comprendono numerosissime specie, inquadrate in Classi, Ordini, Famiglie, Generi; se ne conoscono più di 100.000, la cui maggior parte è costituita da micromiceti, sono diffusissimi, sono invisibili all'occhio nudo, ma hanno un'importanza maggiore di quella alimentare o venefica dei funghi macroscopici, cioè di quei funghi riconosciuti come tali dall'uomo profano.
Come regola generale si può dire che per poter "andare a funghi" senza correre il rischio di tornare a mani vuote, occorre che si verifichino determinate condizioni di temperatura, generalmente comprese tra i 15 e i 25 gradi, e che queste si accompagnino ad un certo grado di umidità nel terreno; la maggior parte dei funghi, esige un clima caldo umido.
Non necessariamente però la "pianta del fungo", vale a dire il micelio, muore; essa più semplicemente arresta la sua attività e il fungo va "in letargo" (può durare anche degli anni).
Come criterio generale per la raccolta si può dire che durante i periodi più caldi, senza o con scarse precipitazioni e quindi con un grado di umidità piuttosto basso nel terreno, la ricerca dovrà essere indirizzata in zone esposte prevalentemente a Nord, mentre nei periodi con clima caldo (ma non troppo) e umido, la ricerca dovrà essere fatta in aree più esposte a Sud
Non necessariamente però la "pianta del fungo", vale a dire il micelio, muore; essa più semplicemente arresta la sua attività e il fungo va "in letargo" (può durare anche degli anni).
Come criterio generale per la raccolta si può dire che durante i periodi più caldi, senza o con scarse precipitazioni e quindi con un grado di umidità piuttosto basso nel terreno, la ricerca dovrà essere indirizzata in zone esposte prevalentemente a Nord, mentre nei periodi con clima caldo (ma non troppo) e umido, la ricerca dovrà essere fatta in aree più esposte a Sud
A seconda della propria abituale stagione di crescita, si può dire che i funghi si trovano dappertutto: lungo le sponde dei fiumi, nei boschi di pianura, di collina e di montagna, anche a quote piuttosto alte (fino a 2.500 mt.), nei prati, nei pascoli, negli orti, nei giardini, nei parchi di città, nelle case, specialmente in campagna, ad esempio in cantina, nella stalla, sotto il porticato, sulle travi di legno o sui depositi di segatura. Nonostante la loro estrema adattabilità, l'habitat ideale per i funghi rimane però sempre il bosco, in tutte le sue infinite varietà. Esistono però zone più adatte di altre alla crescita dei funghi; sono soprattutto le radure, gli spazi aperti, illuminati, arieggiati, in particolare la fascia cosiddetta di confine fra prato e bosco dove, dall'inizio dell'estate fino all'autunno inoltrato, si possono trovare in quantità notevoli: Russule, Amanite, varie specie di Boleti: Boletus Edulis, Boletus Scaber, Boletus Luridus, e tantissimi altri.
Volendo tuttavia restare nei limiti dei caratteri morfologici ed esemplificare nel modo più sintetico possibile tale osservazione, possiamo raggruppare la grande parte delle specie che si incontrano in tre grandi famiglie la identificazione delle quali è abbastanza facile:
le famiglie delle Agaricacee: con i carpofori portanti sotto il cappello delle lamine radiali dette lamelle (vedi Amanita).
le famiglie delle Poliporacee: portanti sotto il cappello tanti tubicini appressati terminanti in piccoli fori detti pori, che nel complesso costituiscono uno strato staccabile dal cappello e no (vedi Boletus).
le famiglie delle Agaricacee: con i carpofori portanti sotto il cappello delle lamine radiali dette lamelle (vedi Amanita).
le famiglie delle Poliporacee: portanti sotto il cappello tanti tubicini appressati terminanti in piccoli fori detti pori, che nel complesso costituiscono uno strato staccabile dal cappello e no (vedi Boletus).
le famiglie delle Idnacee: sotto il cappello si nota la presenza di numerosissimi aghi detti aculei (vedi Hydnum).
E' chiaro che questa esemplificazione si riferisce a funghi di forma classica, forniti almeno di gambo e di cappello, mentre la forma dei funghi è variabilissima e uno studio più impegnativo avrebbe ben altra impostazione ed estensione.
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