mercoledì 28 dicembre 2011

ORARI DISTRETTO SANITARIO PARTINICO



Comuni: Balestrate, Borgetto, Camporeale, Giardinello, Montelepre, Partinico,San Cipirello, San Giuseppe Jato, Trappeto
Direttore D.ssa Giuseppa Scarpello
Centralino tel. 091 8911111
Direzione:Via Siracusa, 20 telefax 091 8906900

Strutture Indirizzo Telefono Fax Giorni e orari di apertura al pubblico
Punto Informativo Ufficio Relazioni con il Pubblico
Via Circonvallazione presso PO Civico 091-8911227
da Lunedì a Venerdì 8:30-13:00, Martedì e Giovedì 15:00-17:00

U.O. Assistenza Sanitaria di Base e Medicina legale e fiscale
Via Siracusa, 20 TEL. 091-8909939 da Lunedì a Venerdì 8.30-12.30,
Martedì e Giovedì 15.00-17.00

Gestione delle convenzioni dei medici di medicina generale e pediatria
Via Siracusa, 20 - 091-8909939

Anagrafe Assistiti Via Siracusa, 2 - 091-8911414
da Lunedì a Venerdì 8.30-12.30, Martedì e Giovedì 15.00-17.00

Medicina legale e fiscale Via Siracusa, 20 091-8908741 091-8908708

Servizio di Continuità Assitenziale Guardia Medica di Partinico
Via P.pe Umberto, 226 - 091-8911176 dalle 20:00 alle 8:00 dei giorni feriali; dalle 10:00 del Sabato o di giorno prefestivo alle 8:00 di Lunedì o del giorno successivo al festivo.

Guardia Medica di Balestrate Via Giliberti, 42 - 091-8786790

Guardia Medica di Borgetto Piazza Vitt. E.Orlando 091-8981767

Guardia Medica di Camporeale C.da Mandrianova 0924-36620

Guardia Medica di Giardinello Via Vittorio Emanuele 091-8984503

Guardia Medica di Montelepre Via F. Purpura, 82 - 091-8983853

Guardia Medica di S.Cipirrello Via Sanfilippo 091-8572567

Guardia Medica di S.Giuseppe Jato Piazza del Popolo 091-8572250

Guardia Medica di Trappeto Via Fiume 091-8788342

Guardia Medica Turistica di Balestrate Via Giliberti, 42 - 091-8786790
8:00-20:00 nel periodo 16 Giugno-15 Settembre

Esenzione Ticket Via Siracusa, 20 - - 091-8906690
da Lunedì a Venerdì 8:30-12:30 Martedì e Giovedì 15.00-17.00

Assistenza all'Estero Via Siracusa, 20 - 091-8906847
da Lunedì a Venerdì 8:30-12:30, Martedì e Giovedì 15:00-17:00

Assistenza Indiretta Largo Casa Santa 091-8906544
da Lunedì a Venerdì 8:30-12:30

Autorizzazione Farmaci e Piani Terapeutici
Largo Casa Santa 091-8906544 da Lunedì a Venerdì 8:30-12:30

U.O. Assistenza Specialistica Ambulatoriale, Interna ed Esterna
Poliambulatorio di Partinico Largo Casa Santa

Gestione e controllo delle visite specialistiche, delle prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio delle strutture a gestione diretta e convenzionata
Largo Casa Santa

U.O. Unità di Valutazione Geriatrica e Assistenza Domiciliare Integrata-UVG e ADI
Largo Casa Santa 091-8906544 da Lunedì a Venerdì 8:30-12:30

U.O. Territoriale di Medicina Fisica e Riabilitazione e Riabilitazione Domiciliare
Largo Casa Santa 091-8908529 da Lunedì a Venerdì 8:30-12:30,
Martedì e Giovedì 15:30-17:30

Ufficio Handicap Largo Casa Santa 091-8908529 da Lunedì a Venerdì 8:30-12:30

Autorizzazione ed Erogazione di Protesi, Presidi e Ausili Largo Casa Santa
091-8908529 da Lunedì a Venerdì 8:30-12:30, Martedì e Giovedì 15:00-17:30

U.O. di Neuropsichiatria Infantile-NPI Partinico Largo Casa Santa
091-8905936 da Lunedì a Venerdì 9:00-13:00, Lunedì e Mercoledì 15:30-17:30

U.O.Servizio Tossicodipendenze-SERT Montelepre Piazza della Vittoria
091-8984659 da Lunedì a Venerdì 8:00-13:00, Martedì e Giovedì 15:00-17:00

U.O. Farmacia Via Circonvallazione presso PO Civico Partinico 091-8911172
Lunedì, Martedì, Giovedì 8.30-13.30 Giovedì15.00-17.00

U.O. Educazione alla Salute-UOESD Via Siracusa, 20 091-8906900
da Lunedì a Venerdì 12.00-13.00 per appuntamento

U.O. di Psicologia Via Siracusa, 20 091-8911364
Lunedì e Venerdì 9:00-12:00 Martedì e Giovedì 15:00-17:00

Modulo Dipartimentale di Salute Mentale 9 Centro di Salute Mentale (CSM)
www.salutementalepa.it
Ambulatorio di Salute Mentale
Ambulatorio per la cura delle cefalee e dei disturbi somatoformi
Centro Diurno (CD)
Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura
(SPDC)

U.O. di Prevenzione Via Siracusa, 2 - 091-8911357
Centro di Vaccinazione di Partinico Via Siracusa, 2 - 091-8911261
da Lunedì a Venerdì 9:00-12:00

Centro di Vaccinazione di Balestrate Via Giliberti, 42 - 091-8786790
Lunedì e Mercoledì 9:00-12:00

Centro di Vaccinazione di Borgetto Piazza V E.Orlando 091-8981767
Giovedì 9:00-12:00

Centro di Vaccinazione di Camporeale C.da Mandrianova 0924-36620
Martedì e Giovedì 9:00-12:00

Centro di Vaccinazione di Giardinello Corso Vittorio Emanuele,89
091-8984503 Martedì 9:00-12:00

Centro di Vaccinazione di Montelepre Via F. Purpura, 82 - 091-8984504
Lunedì, Mercoledì 9:00-12:00

Centro di Vaccinazione di S.Cipirrello anche per i residenti a S. Giuseppe Jato
Via Macello, 2 - 091-8572250 Lunedì e Venerdì 9:00-12:00

Centro di Vaccinazione di Trappeto Via Fiume 091-8788342
Lunedì e Giovdì 9:00-12:00


U.O. di Prevenzione Veterinaria
Via Benevento, 32 - 091-8911350
da Lunedì a Venerdì 8:30-12:30, Martedì e Giovedì 15:00-18:00
S.Cipirrello Via Macello, 2 - 091-8572567
da Lunedì a Venerdì 8:30-13:00, Martedì e Giovedì 15:00-17:00

Ufficio Amministrativo Via Siracusa, 20 091-8906690 Fax 091-8906811
Lunedì e Venerdì 8:30-12:30, Martedì e Giovedì 15:00-17:00

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lunedì 26 dicembre 2011

PIOPPARELLO, PIOPPINO (acrocybe aegerita)

Di ottima qualità, è una specie molto ricercata per l'elevato rendimento culinario.


Habitat       Cresce su piante vive, sulle ceppaie, ai piedi del tronco di latifoglie, con preferenza per i pioppi.
Cappello     Di forma convessa e ed aperta, con orli ricurvi e superficie liscia, interrotta da areole; il colore va dal marrone al nerastro nei soggetti ancora chiusi, fino ad acquisire un giallo fulvo, molto tenue, in quelli adulti ed aperti. 
Lamelle      Molto larghe, piuttosto fitte, annesse al gambo, di un colore che va dal chiaro al bruno ocraceo e al tabacco. 
Gambo       Piuttosto lungo, cilindrico, di un bianco leggermente brunito, quasi liscio tranne sotto l'anello, ove è un tantino squamoso. 
Carne         Biancastra o leggermente sfumata di color bruno. 
Odore         Simile a quello emanato dalla farina rancida. 
sapore        Ricorda quello della nocciola.

domenica 18 dicembre 2011

LA NOTTE SANTA



Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.

- Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po’ di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

Il campanile scocca
lentamente le sette.

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.

Il campanile scocca
lentamente le otto.

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno
d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.

Il campanile scocca
lentamente le nove.

Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…

Il campanile scocca
lentamente le dieci.

Oste di Cesarea… – Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell’alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente.

La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due?
- Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta!
Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue…
Maria già trascolora, divinamente affranta…

Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.

È nato!
Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d’un astro divino.

Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill’anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.

Per quattro mill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!

Risplende d’un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.

È nato!
Alleluja! Alleluja!

Guido Gozzano

PENTITI, PICCATURI

Santa vuci di Diu sacra e divina!
Ni chiama a tutti, a toccu di campana,
la santa Missa e la santa duttrina
di la Chiesa cattolica rumana.
Sta Chiesa, 'ntra lu munnu pilligrina,
ni forma tutti a la virtù cristiana.
San Petru fu lu capu custrutturi
pì vuluntà di Cristu redenturi.

Gesù Cristu, chi è nostru Signuri,
a San Petru lu fici 'ncuraggiari.
Iddu ju a Roma, e nun appi timuri,
pi lu santu Vangelu pridicari.
San Petru e Paulu, cu lu so' firvuri,
si ficiru pi Diu martirizzari..
Pi iddi, cu li vuci veru arcani,
sonanu 'n tutti chiesii li campani.

Si cunvirteru a Diu tanti pagani.
Duminanti di stati e nazioni
dettiru libbirtà a li cristiani
di prufissari la so' riliggioni.
Ma tanti, priputenti e sdisumani,
chi 'riritaru la 'ntantazioni,
pi lu duminiu e li sporchi dinari
genti 'nnuccenti fannu assassinari.

Pentiti, piccaturi, e nu tardari,
pentiti e nun ci perdiri cchiù uri!
subbitu e prestu vatti a cunfissari!
pentiti a Diu, cull'attu di duluri!
Diu t'aspetta e ti pò pirdunari.
Dumannacci pietà a Cristu Signuri.
Dumannacci pirdunu chi l'ha uffisu,
si vò la vita eterna 'n paraddisu.
Antonino Battaglia


lunedì 12 dicembre 2011

LU NATALI D'AUTRI TEMPI

A lì me' tempi ch'era nicareddu
e avvicinava lu santu Natali,
armàvamu ogni sira bancareddu
cu li parenti stritti cchiù carnali,
a tummula si jucava e a mazzuneddu;
passavamu lu tempu, beni o mali.
Però l'Amuri pi lu Bammineddu
tann'era un sintimentu naturali.

Na vota, sì, chi eramu cchiù boni.
Nveci ora semu menu cristiani.
Ci sunnu veru assai tintazioni.
Nun c'è rispetti mancu pi li cani.
Ci curpanu li troppi ' nvinzioni,
Di quannu addisiavamu lu pani,
si persiru accussì li tradizioni,
addivintammu peju di pagani.

Dunn'è chi sunnu cchiù ' ddi tempi bendi,
quannu chi l'aria di festa profumava
di mustazzoli, sfinci e cuddureddi?
Quannu chi lu pirsepiu s'apparava,
tutt'addubbatu cu li pastureddi
e poi la ninnaredda si cantava,
accumpagnata cu li ciarameddi,
nuttati 'nteri, 'nfin'a ch'agghiurnava?

St'ebbichi si 'nni jeru 'nta un muccuni. 
Ma dintra arresta sempri ' acchi signali.
No pi vuliri fari un parauni:
L'antichi semu cchiù sintimintali
la firi a Diu purtassi a la raggiuni!
Chi l'amuri ristassi sempri tali!
Mmitu a la paci tutti li pirsuni.
Ludamu sempri lu santu Natali.
Pietro Fileccia

LU PANI DI CASA


LU PANI DI CASA


Finiu lu tempu, chi quasi comu u ritu
Lu veru pani vrunnu di furmentu,
ogni simana ‘n casa si facia.
Era pi li picciotti gudimentu.
Passata la farina di crivu,
supra lu tavuleri si mpastava,
cu levitu, sali ed acqua cavura,
ed a forza di pusa si scanava.
Poi s’arrutava a pani e a cuddureddra,
pizziata, tunna pi li picciriddi,
pi chiddi sgangulati sciavateddri,
cu avia li denti forti, li miliddri.
Lu pani paria sita nta li manu.
Cavuru cavuru si mittia nto lettu,
cunzatu supra na tavula a riddossu,
si cummigghiava cu amuri e rispettu,
mmezzu trubela bianchi di cuttuni
e nà cuperta tissuta di lana.
Allivitatu, dopu pochi uri,
lu pani, a lu caluri di lu lettu,
comu nà picciutteddra appena nciuri,
unchiava tunnu comu un beddru pettu;
sgranava la pidduzza dedicata,
comu nà ficu appena prichiata.
Quannu lu furnu era beddru camiatu,
lu rasteddu girava la ngnunata,
lu circu biancu tutto arruvintatu,
s’ arzava allora l’urtima vampata.
Nà matri arrimuddrata di suduri,
tinia la pala pronta ed aspittava,
cu li dù manu presto si pruìa,
leggiu lu pani chi nun sbifarava.
Paria un nuccenti chi a la fonti ia,
di nà torcia di fidi illuminatu,
accumpagniatu di la litania
finu a lu furnu beddru sistimatu.
Sant’Antonu , ogni pani quantu un omu.
Santa Zita, beddru di crusta e beddru di muddrica .
Santu Sidoru, beddru comu l’oru.
Sant’Antuninu beddru n cuffinu.
Santa Ati, dati focu a li balati.
Santa Nicola, beddru lu pani comu la palora.
Chinu lu furnu, lu pani situatu,
di l’urtima priera accumpagnatu.
Crisci lu pani nta lu furnu,
comu Diu crisciu lu munnu.
la cruci mprescia mprescia si facia,
a lampu la balata si mittia.
Tappatu nun scia sciatu di caluri
Paria chi siguistratu c’era un suli.
Ma già lu ciavuru cominciava a sciri,
pi la cucina, nta li scali e strata,
spannia fraganza chi dava piaciri,
di pani friscu nta la matinata.
La cuddureddra sfurnata la prima,
era spartuta a li nichi, vagghiarda.
Chi ustu poi si si  putia cunzari,
cu anticchia dogghiu e nà cura di sarda.
A la vicina ncinta ancora cavura,
si cci mannava nprescia la cuddrura.
N’atra pi la cummari c’avia figghi,
di latu si mittia cu gran primura.
Chistu era lu jornu allegru e beddu,
chi letu facia ranni e picciliddu.
Lu focu lu furnu, lu rastreddu,
lu cani chi liccava lu brudiddru,
cadutu nterra di lu tavuleri.
Lu attu miaulava p’un grugniddru,
cadutu di lu pani tra li peri.
La matri cu la facci di na rosa,
mi pari chi latoccu, chi la sentu,
dintra lu cori, viva!
Ma l’ummira la vesti di riordi
E li pinzeri nmanu di lu ventu,
àvuti tutti ncelu si nni vannu!
 MARIA FAVUZZA

POESIE IN DIALETTO SICILIANO

IL DIALETTO SICILIANO data la lunga e variegata storia della Sicilia, crogiolo di culture e popoli, è difficile distinguere tutte le influenze linguistiche subite dal dialetto. Il fenomeno di uniformità, fu osservato da molti studiosi di glottologia.Le differenze che si possono notare nel lessico derivano quasi esclusivamente dalla presenza più o meno di avanzi del greco e dell'arabo. Il lessico latino presenta in tutta l'Isola una uniformità che raramente si trova nei dialetti di  altre regioni d'Italia. Il dialetto siciliano oggi è correttamente parlato da circa 5 milioni di persone in Sicilia, oltre ad un numero imprecisato di persone emigrate o discendenti da emigrati dove il siciliano è madrelingua, in particolare quelle trasferitesi  nel corso dei secoli passati negli Usa; dove addirittura si è formato il Siculish > , in Canada, Australia, Argentina, Belgio, Germania e nella Francia meridionale.
L'uso del siciliano è altresì molto diffuso sia come lingua familiare che come lingua conviviale tra persone in stretta relazione, e presenta una produzione letteraria piuttosto viva, soprattutto nel campo della poesia.
Così si esprimeva l'insigne filologo Ernesto Monaci:  
“ Si cerchi di rialzare nella coscienza del popolo l'idea del suo dialetto, persuaderlo che tutti in Italia, siccome anche nelle altre nazioni,siamo bilingui: che la favella appresa nel seno della nostra famiglia non è men degna di rispetto che la lingua da apprendersi nelle scuole.I dialetti dovrebbero avere un loro spazio nella lingua parlata e sarebbe tempo che, finalmente, se ne introducesse lo studio nelle scuole affinché quei tanti che s'affannano a far dimenticare il dialetto nativo per una lingua che non sempre conoscono,cessassero da questa loro opera disfattistica.”
Vi è poi la testimonianza di Dante che nel " De vulgati eloquenti"  scrive: Il volgare siciliano si  acquistò fama prima e innanzi agli altri per il fatto che molti poeti indigeni poetavano in siciliano e per il fatto che la corte aveva sede in Sicilia è accaduto che tutto ciò  che si è prodotto  di poetico prima di noi fu detto siciliano; denominazione  che anche noi qui manteniamo e che nemmeno i posteri potranno mutare.  Egli definì tutta la produzione poetica siciliana col nome di " Scuola Siciliana" e affermò che i primi "pioneri" nel campo della produzione letteraria e portica in lingua volgare italiana furono proprio i poeti siciliani appartenenti a questa scuola.

INNO A SAN GIUSEPPE

E u trasu e m'addinocchiu
e dicu nn'avemaria.
Essennu divotu di la Sacra Famigghia
la rapprisentu a Gesù Giuseppi e Maria.
Gesù, Giuseppi e Maria
sunnu ccà prisenti
adurati di tutti li Santi.
Poi c'è la cena, ch'è bedda eccellenti
e cuddureddi ci nni sunnu centueduna,
sparti di l'aranci e l'umiuna
chi pi cuntalli ci voli nna simana.
Ogni simana un mazzu di ciuri
E nui chi a San giuseppi n'affidamu,
nta stu munnu di lacrimi e suspiri,
cu pigghia a San Giuseppi p'avvucatu,
cu prega a San Giuseppi nun pò piriri.
anonimo

MUDDICHEDDI


Ioca Ninuzzu cu lu attareddu
teni a la manu na fedda di pani.
Cadi la muddichedda maltrattata
e sta a lu jocu, pigghiatu di fami.
Lu attu juculanu di strata.
Maria Favuzza