lunedì 19 gennaio 2015

LO STUFATO

Il termine stufato deriva dall'antico modo di cuocere gli alimenti, quando la carne veniva posta in un recipiente di cottura chiuso sul piano delle stufe che fungevano sia da strumenti di cottura che da riscaldamento. La lunga cottura a temperature inferiori a 100 gradi era particolarmente adatta ai tagli di carne meno pregiati, semigrasse di seconda categoria che si inteneriscono lentamente grazie all'elevata percentuale di tessuto connettivo.
La scelta della pentola per la cottura della carne è fondamentale, servono dei recipienti fatti con materiali che permettano la diffusione uniforme del calore e che lo mantengano a lungo, cocotte di ghisa con coperchio, casseruole di terracotta o di alluminio rivestite all'interno con materiale antiaderente.
Le regole fondamentali da seguire per avere un successo assicurato; non vanno trascurate, vanno seguite tutte con la stessa priorità.
La scelta delle carni, quella della pentola, la cottura a fuoco basso, il recipiente di cottura coperto in modo che il sugo non evapori, se c'è bisogno di aggiungere del sugo deve essere già bello caldo in modo che il sugo sia denso e saporito, per il dosaggio degli odori è meglio scegliere alloro timo e rosmarino per la cottura lunga della carne, il loro odore si concentra su di essa ed ha una lunga durata.
La cottura stufata tradizionale prevede, una iniziale rosolatura dell'alimento per sviluppare aromi, oppure la preparazione di un fondo di cottura a base di aglio, cipolla, sedano, carota. Se si vuole ottenere una buona rosolatura, le verdure vanno aggiunte solo dopo averla effettuata, altrimenti verranno bruciate.
Dal punto di vista salutistico, la rosolatura è l'operazione che comporta i maggiori rischi a causa dello stress termico che comporta e la necessità di aggiungere grassi. La cosa migliore è non farla, oppure farla a secco in padelle antiaderenti o con una quantità minima di grassi.

Nella cottura stufata, un buon criterio salutistico è quello di non eccedere i 10 g di olio (un cucchiaio) o burro per porzione, e dimezzare le quantità o non aggiungere grassi se l'alimento da cuocere è ricco di grassi.


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