Il sistema italiano di assistenza socio-sanitaria vive una vera e propria “emergenza demografico -epidemiologica”. Lo sostiene il secondo rapporto 'L’assistenza agli Anziani non autosufficienti in Italia” promosso dall’IRCCS – INRCA per il Network Non Autosufficienza (NNA): “In prospettiva – si legge nello studio presentato al Campidoglio in un convegno organizzato da Federsanità Anci - il sistema di welfare basato sulla famiglia appare non sostenibile per il forte aumento di persone anziane e l'altrettanto forte riduzione di figli adulti”. L'Italia vive, secondo lo studio, “un momento di intensa trasformazione dell'intero settore sociosanitario, dovuto principalmente alla contrazione delle risorse finanziarie disponibili e al progressivo aumento della domanda di servizi legato a diversi fattori, primo fra tutti l'invecchiamento della popolazione”.
Una porzione “sempre maggiore della popolazione è a rischio di perdita dell'autosufficienza”. L'ultima rilevazione disponibile mostra un tasso nazionale di non autosufficienza tra gli ower 65 pari a 18,7%, ma ci sono regioni, quelle del Sud, che vanno ben oltre: in Sicilia si arriva al 21,6%, in Puglia il 24,2% ed in Calabria il 22,8%. L'asse portante da seguire è il maggiore coordinamento tra politiche sanitarie e sociali”. Angelo Lino Del Favero, presidente di Federsanità – Anci, illustra la ricetta dell'associazione che riunisce Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere e Conferenze dei Sindaci per rispondere adeguatamente a quella che il secondo rapporto 'L’assistenza agli Anziani non autosufficienti in Italia” , definisce una vera “emergenza demografico -epidemiologica”.
Del Favero, presidente di Federsanità – Anci, sottolinea la necessità di un “approccio coordinato e integrato ai servizi per la persona non autosufficiente”. Quanto al primo pilastro dell'assistenza, quello dello Stato, “si deve procedere nel processo di deospedalizzazione - c'è uno scompenso nel sistema, un eccesso di prestazioni in ambito ospedaliero - accompagnato da maggiori investimenti sul territorio”. Quanto al secondo pilastro, i fondi sanitari integrativi, “vanno potenziate le forme di sanità integrativa, per arrivare – auspica la Federsanità - ad un modello simile a quello tedesco, dove l'assicurazione è obbligatoria”.
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