lunedì 15 novembre 2010

VIVERE BENE

Da anziani non fatevi mancare nulla. Cinque piccoli pasti al giorno, varietà e un dolcetto che aiuti l'umore. Per chi è in là con l'età, avere qualche chilo in più significa ridurre il rischio di ammalarsi.Un po' di "ginnastica" per la mente, un po' di moto per il fisico, una buona rete di relazioni sociali, controlli medici: sono questi i consigli che gli esperti danno gli anziani, ma il più importante resta "mangiare sano". «La condizione essenziale per affrontare in buona salute l'età avanzata è una corretta alimentazione che garantisce un buono stato nutrizionale» conferma Vincenzo Marigliano, direttore dell'Istituto di Scienze dell'invecchiamento al Policlinico Umberto I di Roma. Ma che cosa significa mangiare sano nella terza e quarta età? Se lo chiedono, e ce lo chiedono, anche molti lettori del Forum nutrizione, su Corriere.it, alle prese con genitori che hanno raggiunto e superato il rispettabile traguardo degli ottant'anni. La prima sentinella di un buono stato di nutrizione è il peso. In genere, col passare degli anni, quest'ultimo, o meglio, l'indice di massa corporea (l'Imc, che si ottiene dividendo il peso corporeo in chilogrammi per il quadrato dell'altezza in metri) cala, ma non bisogna esagerare. «Se per un adulto è normale un Imc compreso fra 18,5 e 25, per un anziano molto in là con gli anni, il pericolo di ammalarsi si riduce se l'IMC è più vicino a 25, che a 18,5. Anzi, il rischio di mortalità è più basso per chi pesa 3-4 kg oltre il peso ideale, rispetto a chi ne pesa 3-4 di meno» spiega Andrea Ghiselli, ricercatore dell'Istituto nazionale ricerca alimenti e nutrizione (Inran).

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